Domande
Se sei un insegnante o un dirigente, abbiamo scritto qui sotto le domande più frequenti, clicca su uno dei due per vedere le domande con relativa risposta
Domande per insegnanti
Domande per Insegnanti:
Come faccio a usare questo metodo senza dover rifare tutta la programmazione?
Non è necessario rivedere la programmazione ma semplicemente integrare o modificare la didattica e gli ambienti di apprendimento nel rispetto del proprio stile di insegnamento, utilizzando la propria sensibilità e le proprie competenze.
Felicemente a scuola rappresenta uno una modalità di approcciarsi a se stessi, all’educazione e alla didattica: perchè sia efficace quindi non è pensabile applicarlo “ogni tanto” o solo in “emergenza” deve essere integrato quotidianamente negli ambienti, nelle lezioni, nelle relazioni tra docenti e tra docenti allievi.
Parte integrante del percorso formativo è la progettazione condivisa: il nostro team durante le attività formative accompagna i docenti nel processo di progettazione e adattamento ai propri programmi e esigenze.
In cosa cambia concretamente il mio lavoro e quello dei miei studenti?
Cambia sicuramente l’approccio: si tratta di sperimentare modalità differenti di relazionarsi e di proporre attività che si vanno ad integrare nella propria programmazione, durante il percorso formativo vengono proposte e sperimentate modalità e attività che potranno essere sperimentate direttamente in aula.
Per gli studenti il cambiamento è rappresentato dal sentirsi più accolti e compresi da parte adulti dando così una spinta emotiva di fondamentale importanza nei processi di apprendimento e di conseguenza il sentirsi più motivati nel diventare proattivi verso lo studio e le proposte scolastiche.
Come faccio a coinvolgere gli studenti che non hanno voglia di fare niente?
Come ricordiamo sempre “il non aver voglia” è la conseguenza di un processo e non l’inizio per tanto è di fondamentale importanza mettere in atto strategie che aiutino i ragazzi a sentirsi più motivati nel fare.
Quando i nostri studenti si sentono svogliati nel loro corpo stanno agendo neurotrasmettitori che li indispongono a svolgere attività, che li fanno sentire “più svogliati”, meno coinvolti.
Con il metodo Felicemente aiutiamo i docenti a comprendere questi processi e a strutturare attività e gli ambienti per renderli funzionali nel predisporre gli studenti all’ascolto e alla motivazione: attività che stimolano la produzione di serotonina (influisce sulla forza di volontà, la motivazione e l’umore), noradrenalina (aumenta la concentrazione e la capacità di far fronte agli stress), dopamina (incrementa il piacere ed è necessario per il cambiamento di cattive abitudini), ossitocina (riduce l’ansia), gaba (innalza il livello di rilassamento e riduce l’ansia), endorfine (favoriscono i sentimenti di gioia), etc…
Come posso aiutare uno studente che si chiude in sé stesso o è sempre nervoso?
E’ importante ricordare il ruolo e i compiti dei docenti: occuparsi del “sentirsi bene” degli allievi deve essere focalizzato allo “star bene a scuola” altre problematiche richiedono sempre un confronto con i colleghi e la famiglia ed eventualmente gli specialisti.
Quando uno studente “non sta bene” emotivamente è necessario creare intorno a lui un ambiente empatico che lo faccia sentire accolto, ascoltato da parte degli adulti nel rispetto del suo stato emotivo.
Le attività di Felicemente a Scuola possono aiutare i docenti ad educare i ragazzi nel mettere in atto strategie “per star meglio”, perchè sentano il loro “non star bene” prima che si attivino atteggiamenti o comportamenti disfunzionali aiutando così a controllare le loro reazioni e a utilizzare la comunicazione per esprimere le emozioni.
Non ho mai usato giochi in classe o tecniche di animazione educativa: posso provarli senza fare pasticci?
Certamente si! Fare l’insegnante, stare con i ragazzi vuol dire prima tutto sperimentare quotidianamente strategie per rendere la propria didattica più efficace, per coinvolgere in modo pro attivo gli studenti. Quindi perché no?
Provare ad utilizzare i giochi e/o tecniche di animazione educativa può essere un modo come un altro ma che porta con se dei vantaggi, usarle vuol dire: utilizzare i linguaggi che amano i bambini e i ragazzi, generare curiosità (fondamentale nei processi di apprendimento e motivazionali), attivare simpatia (importante nei processi relazionali), soddisfare i bisogni individuali e migliorare il clima di gruppo, esaltare le dinamiche positive “imbrigliando” quelle negative, stimolano la creatività e il pensiero laterale (fondamentali nei processi di apprendimento), sfruttano le energie del gruppo legate tanto alla competizione quanto alla cooperazione.
“Coloro che fanno distinzione tra intrattenimento e educazione forse non sanno che l’educazione deve essere divertente e il divertimento educativo” Marshall McLuhan
Funziona anche con la mia materia e con le mie classi difficili?
Non esistono classi difficili o facili ma classi con dinamiche più complesse o meno complesse: sovente nel valutare le classi si compiono alcuni errori tra i quali confondere il comportamento emergente (della classe) con quello di ogni singolo studente rischiano così di non riuscire a mettere in atto soluzioni efficaci per migliorare le dinamiche e il clima di classe.
In merito al “funzionare o meno” quando si lavora in ambito umano non esistono soluzioni date o assolute si tratta quindi di non “fare le cose a caso” o “perchè si è sempre fatto così” ma di osare, sperimentare formandosi adeguatamente, acquisendo nuove conoscenze e competenze o potenziando quelle che si hanno, programmando ogni azione nei minimi dettagli.
Come faccio a farmi ascoltare di più senza dover urlare?
L’ascolto non ha nulla a che vedere con l’urlare. Quando urli in classe come insegnante, possono verificarsi diverse conseguenze, a seconda del contesto e della frequenza con cui accade, può capitare ma …non deve essere l’abitudine, ottieni un silenzio immediato, ma non risolvi il problema disciplinare alla radice al contrario si “complica” il clima di classe.
Urlando spesso possiamo causare negli studenti effetti negativi: paura e stress (alcuni studenti potrebbero spaventarsi o sentirsi a disagio, riducendo la loro motivazione e il loro coinvolgimento); diventa un’abitudine (gli studenti potrebbero abituarsi e ignorarti, rendendo inefficace il tuo metodo); perdere autorevolezza e autorità (facendo percepire la perdita di controllo sulla classe)
Inoltre ci sono degli effetti anche su di te: stress e stanchezza, perdita di voce, ti senti più in conflitto (gli studenti reagiranno on sfida o disinteresse)
Alle urla quindi è meglio contrapporre atteggiamenti diversi: usare il silenzio e la fermezza, usare il corpo (mantieni un buon contatto visivo e un atteggiamento che denoti apertura e assertività), parla con calma e fiducia (la tua voce può risultare più autorevole se è calma e sicura, un tono fermo e una buona postura trasmettono sicurezza e aiutano a farsi ascoltare), definisci segnali concordati (alzare una mano, contare, abbassare il tono), parlare a bassa voce (costringe a prestare più attenzione), applicare regole coerenti (definire conseguenze chiare per chi disturba aiuta a prevenire problemi), ascolta attivamente gli altri, fai domande mirate (invece di cercare di imporre la tua opinione, prova a porre domande che stimolino una riflessione), crea un legame emotivo (parla delle tue esperienze, emozioni e obiettivi in modo sincero, tutto questo aiuta a stabilire un rapporto di fiducia).
Come posso lavorare meglio con i miei colleghi senza perdere tempo in riunioni inutili?
Il metodo felicemente stimola ogni singolo docente in un percorso personale ma allo stesso tempo è un metodo cooperativo perchè accompagna il team di docenti in una presa di coscienza collettiva e una programmazione educativa e didattica (per le metodologie) condivisa.
Fin dai primi momenti della formazione vengono quindi proposte tecniche e modalità organizzative che rendono più efficace e efficiente l’applicazione del metodo inoltre durante la formazione si lavorerà nella co progettazione delle attività ottimizzando così i tempi.
Come faccio a capire se sta davvero funzionando?
Il primo effetto che si osserva e si “sente” e si osserva è un senso di “leggerezza”: i docenti percepiscono che i ragazzi sono “più felici” e più collaborativi dando così un feedback immediato ma soprattutto i docenti stessi si sentono “che qualcosa sta cambiando in meglio”.
Però perchè abbiano un senso i progetti per essere efficaci devo poter essere misurabili per questo motivo il progetto contiene nel suo interno strumenti continui di monitoraggio e valutazione che vengono utilizzati sia dal nostro staff durante il percorso e che direttamente dai docenti.
L’obiettivo è di utilizzare in modo integrato valutazioni, feedback degli studenti, osservazioni, confronti, analisi dei risultati a breve e a lungo termine.
Domande per dirigenti
Domande per Dirigenti:
Se adotto questo metodo, che cambiamenti posso aspettarmi nella mia scuola?
Prima di tutto sicuramente un cambiamento culturale e quindi una visione diversa da parte degli adulti nel concepire in modo più completo il loro ruolo e nel cogliere i bisogni dei bambini e dei ragazzi. Tutto ciò che osserviamo è il frutto dell'interpretazione del nostro cervello quindi più informazioni abbiamo più siamo in grado di vedere i nostri bambini nei nostri ragazzi in un modo differente più oggettivo e più obiettivo.
Vederli gli studenti con occhiali differenti aiuta a dare risposte efficaci nell’apprendimento e nel comportamento ed a utilizzare strumenti di valutazione più oggettivi.
In secondo luogo una maggior capacità dei docenti di essere più efficaci nell’apprendimento perchè vengono stimolati a viverlo come un qualcosa di di spontaneo, di “caldo”, di curioso, di divertente attivando così nei ragazzi la motivazione necessaria ad impegnarsi nel percorso formativo.
Infine gli studenti sento la scuola come “la loro scuola”, le “loro lezioni”, sono più coinvolti di conseguenza più motivati nell’impegnarsi vedendo il docente come un punto di riferimento come una persona che crede in loro e gli da fiducia.
Entrando nelle scuole di Felicemente come dicono molti dirigenti…. si respira un “clima diverso”, più felice!
Cosa devo fare io, concretamente, per far funzionare questo metodo?
Credere in questo cambiamento. Al di là delle tecniche, delle conoscenze è di fondamentale importanza che chi ha un ruolo di leadership trasmetta ai collaboratori e di conseguenza ai colleghi la possibilità di un cambiamento e l’importanza di “provarci tutti insieme”.
A livello organizzativo, una volta condivisi i bisogni e gli obiettivi specifici, viene presentato insieme a noi, condiviso con i collaboratori più stretti con i quali ci si confronta costantemente.
La nostra organizzazione supporta costantemente l’istituto nella creazione delle comunicazioni, dei materiali utili, del supporto alla sperimentazione in aula fino alla parte di monitoraggio e di follow up finale.
Come faccio a far accettare questo metodo ai docenti senza che lo vedano come un obbligo?
Non si tratta di “far accettare” ma di condividere i bisogni reali.
Il progetto viene presentato insieme a noi ai colleghi raccontando le storie personali dell’essere docente, dell’essere studente per trasmettere fin da subito il senso del progetto, la concretezza del percorso. Questo permette di far capire ai docenti che gli aspetti teorici derivano dall’esperienza pratica sul campo, dallo stare con ragazzi e dello sperimentare quotidianamente tecniche e soluzioni educative e didattiche.
Il progetto successivamente viene costruito a seguito dell’analisi dei bisogni dei docenti, del loro modo di vedere la scuola, la loro professione perchè in questo modo vengono date risposte coerenti e efficaci durante il percorso formativo rafforzando passo dopo passo la convinzione che il metodo possa essere uno strumento utile al docente.
Come posso ridurre i conflitti tra docenti e migliorare il lavoro di squadra?
Lavorare e sperimentare insieme aiuta a valorizzare le competenze personali e dei propri colleghi in un ottica di condivisione e di comunicazione empatica: quando capisco che il mio problema è anche un problema dei miei colleghi ed entrambi vogliamo star meglio, essere più felici mi sento anche più vicino, più simile all’altra persona.
Le nostre metodologie formative prevedono un coinvolgimento diretto e coinvolgente sia nelle fasi teorico-pratiche che laboratoriali favorendo così la conoscenza reciproca e lo sviluppo di dinamiche relazionali tra i partecipanti.
Come faccio a evitare malintesi e polemiche inutili con i docenti?
Il metodo Felicemente a Scuola fin dall’inizio aiuta a costruire un “vocabolario condiviso” a dare un senso comune alle “parole della scuola”, a individuare gli elementi che accomunano tutti i docenti ma anche i dirigenti, le difficoltà dell’insegnare o dell’educare e questo è il primo passo per comunicare in modo efficace e sentirsi più vicini.
Essere chiari, diretti, precisi su quelli che sono i bisogni di tutti e gli obiettivi condivisi aiuta ad evitare fraintendimenti.
Come posso far sì che i genitori smettano di vedere la scuola come un nemico?
Sono molti i pregiudizi da una parte e dall’altra che derivano dalla poca conoscenza di cosa vuol dire “andare a scuola”, “apprendere e imparare” e di quali sono i ruoli del docente o del genitore sul tema scuola.
La maggiorparte delle volte non ci si confronta ma ci si “accusa” o si esprimono giudizi.
Perchè questo non avvenga diventa di fondamentale importanza “accompagnare i genitori nella scuola”, educarli all’apprendimento efficace, alla warm cognitivo costruendo un dialogo costante che non deve essere solo impostato sulle prestazioni scolastiche e i giudizi.
Si deve dialogare insieme sul fatto che cambiano gli ambienti di vita ma i bambini sono sempre gli stessi e che tutti gli adulti, ognuno con le proprie specificità, deve essere costantemente impegnato nella loro crescita educativa, cognitiva e socio-affettiva.
Sperimentare il metodo felicemente può rappresentare una modalità importante per iniziare un percorso di crescita e condivisione tra scuola e famiglia partendo proprio da una condivisione con le famiglie nell’ottica di definire un patto educativo condiviso.
Se io sono sotto stress continuo, come faccio a gestire bene la scuola?
Questo è proprio il “leitmotiv” di Felicemente a Scuola: adulti felici fanno bambini e ragazzi felici ma anche …colleghi felici!
E’ indubbio che in questi ultimi 15-20 anni la scuola è diventata sempre più un ambiente “skizzofrenico” sotto ogni punto di vista a tal punto da perdere di vista quello che sta al cuore della scuola gli “umani” studenti e gli “umani” docenti.
La scuola oggi è tanto e troppo: nelle procedure, nei controlli, nei progetti, nei programmi, negli obiettivi,
Per ritrovare un’umanità, un’efficacia e un’efficenza organizzativa è necessario permettere agli adulti della scuola di ritrovare una dimensione di “leggerezza”, di tranquillità, di lentezza e questo sia per quello che riguarda l’organizzazione interna, i rapporti professionali e interpersonali che quello che riguarda i compiti dei docenti e le modalità di fare scuola.
Il metodo Felicemente ha proprio questo obiettivo dare prima di tutto importanza alle persone e poi sui bisogni costruire gli ambienti e i processi organizzativi.
Come posso verificare che questo metodo stia portando davvero dei risultati?
Ogni progetto, ogni attività o esperienza perchè abbia un senso deve poter essere misurabile e verificabile.
Felicemente a scuola inizia con una “fotografia” dell’istituto: dal dirigente ai collaboratori ai ragazzi per indagare le visioni e i bisogni permettendo così di avere un “punto di partenza” contribuendo anche a contestualizzare il percorso formativo teorico-pratico e laboratoriale.
Le informazioni raccolte durante la sperimentazione attraverso i sopralluoghi e le supervisioni e poi attraverso i questionari di follow up permettono di avere un idea chiara dell’impatto del progetto sui docenti e sui ragazzi.
Come posso gestire meglio il mio team e farmi seguire dai docenti?
Ci sono diversi modelli di leadership tutti ugualmente efficaci perchè hanno caratteristiche differenti in relazione agli scopi da raggiungere ma all’interno della scuola il modello affettivo - relazionale è quello che sicuramente aiuta le persone a mettersi in gioco.
Questo modello di leadership non ha come obiettivo la produzione ma la costituzione di gruppi in grado di rispettare e valorizzare le differenze dei singoli individui rispetto ai comportamenti socio-solidali, la cooperazione e la collaborazione facendo leva sugli aspetti affettivo - relazionali.
Il dirigente certamente deve avere delle buone doti organizzative, di analisi, deve saper guidare e decidere talvolta imponendo delle scelte ma tutti questi compiti sono più efficaci nel momento in cui arrivano da una persona che è in grado di valorizzare le relazioni umane stimolando la comprensione reciproca e la comunicazione empatica.
Un leader diventa tale quando è in grado di soddisfare i bisogni dei componenti del gruppo valorizzando le loro capacità in un ottica di condivisione e di crescita personale.
Come faccio a far sentire i docenti parte del cambiamento senza che si sentano obbligati?
I docenti “sono il cambiamento” solo attraverso di loro si possono attivare le dinamiche relazionali necessario a rendere efficaci le tecniche in aula.
L’obiettivo iniziale nella prima parte di percorso formativo è quello di far prendere agli adulti della scuola consapevolezza dell’importanza del loro modo “di vedere” se stessi e gli i propri studenti e di utilizzare i loro linguaggi nel proporre le attività didattiche.
Un altro aspetto importante per “non sentirsi obbligati” è credere in se stessi e avere fiducia: se si è convinti di essere in grado di generare un cambiamento allora si trova la motivazione per poterlo fare a condizione che ci si “fidi” di chi ci propone, allungandoci la mano, un percorso nuovo e inaspettato.
E’ la stessa cosa che chiediamo agli studenti quando vogliamo che si impegnino nello studio.
Non hai trovato la risposta che cercavi? Se tra le domande qui sotto non c’è quella che ti riguarda, scrivici. Siamo felici di ascoltarti e darti supporto.
Richiedi una presentazione nella tua scuola
Sei un dirigente scolastico o un docente referente con la possibilità di proporre progetti formativi?
Il nostro percorso aiuta le scuole a diventare spazi vivi, dove si impara con piacere e si sta bene.
Se puoi proporre iniziative nella tua scuola, ti invitiamo a richiedere una presentazione pensata su misura per voi, così potremo capire insieme se è il momento giusto per iniziare a lavorare insieme.